SEMENTE CERTIFICATA: Maggiore purezza e germinabilità con un conseguente aumento della redditività
GESTIONE DEGLI SFALCI: Approfondimenti su falciacondizionatrici e voltafieni
CONCIMAZIONE PRIMAVERILE: Quando e come intervenire
CARO ALLEVATORE…
È tempo di scegliere quale semina sia più adatta alla tua tipologia di allevamento, e come ogni anno siamo pronti a darti qualche spunto per facilitare la tua decisione.
In questo numero analizzeremo l’importanza di seminare prodotti certificati, come ottimizzare al meglio lo sfalcio, e discuteremo su come e quando concimare. Approfondiremo anche una tematica sempre più rilevante nel mondo zootecnico: l’epoca di raccolta e l’utilizzo di varietà tardive.
SEMENTE CERTIFICATA
Purezza, germinabilità, identità varietale, maggiore resistenza per aumentare la redditività
“Nel corso degli ultimi anni e per diversi motivi, fra cui la soppressione del contributo specifico al frumento duro, il ricorso all’uso di seme non certificato è significativamente aumentato. Questo fenomeno danneggia la nostra agricoltura ed è negativo sotto molti punti di vista: anzitutto quello agronomico, poiché non si possono avere garanzie sulla sanità, sulla germinabilità e sulla purezza del seme impiegato; inoltre, dal punto di vista economico, l’agricoltore non solo non realizza un sostanziale beneficio (nel caso dei cereali a paglia il risparmio fra seme certificato e non certificato è di circa l’1% del totale dei costi colturali, circa 9 € ad ettaro), ma non può sperare neppure di accedere a contratti di filiera o percorsi di tracciabilità delle produzioni.”
Come riconoscere le sementi Ludwing di origine garantita?
SOLO IL PRODOTTO ORIGINALE, controllato dal costitutore, si presenta su sacco rosso con i seguenti dati identificativi.


OPERARAZIONI DI SFALCIO: CONDIZIONARE OPPURE NO?
Meglio l’utilizzo di falciacondizionatrici a rulli o a flagelli?
L’importanza di ottenere un foraggio di qualità rappresenta un elemento chiave nella gestione dell’azienda. Infatti, per alcuni allevatori, la fienagione è una scienza nella quale nulla è lasciato al caso. Giorno e addirittura ora del taglio, tempi di appassimento, tecnica di voltaggio e andanatura, ma soprattutto momento della raccolta, sono programmati minuziosamente.
Meglio condizionare o lasciare il prodotto integro? Condizionatrice a flagelli o a rulli?
Le moderne macchine per il taglio dei foraggi si dividono in due categorie: falciatrici e falciacondizionatrici. Queste ultime non solo recidono le piante, ma le trattano anche: schiacciano lo stelo, provocando fessure che accelerano il processo di appassimento. L’erba viene raccolta più rapidamente e con meno rischi di incappare in un temporale, favorendo anche il mantenimento del contenuto proteico del foraggio. Durante il processo di appassimento, infatti, il foraggio continua a perdere proteine; pertanto, se secca più rapidamente, minore è il decadimento proteico.

Confronto tra rulli e flagelli
La prima tipo di condizionatrice è composta da due rulli in gomma con scanalature che s’intersecano. Il foraggio passa tra i rulli e viene schiacciato. Questo processo è abbastanza delicato con la foglia, ma rallenta le operazioni.
La seconda tipo è costituita da una serie di mazze, poste su un rullo in rapida rotazione, che battono il foraggio provocando la rottura degli steli. La condizionatrice a flagelli può raggiungere velocità di fino a 25 km orari, ma è piuttosto aggressiva sul foraggio e, di conseguenza, è raramente impiegata.
IL VOLTAFIENO: PRO E CONTRO
La seconda operazione classica è la movimentazione con un voltafieno. Questa operazione facilita l’appassimento, ma provoca anche due effetti indesiderati. Il primo è una movimentazione ulteriore del prodotto quando è già a terra e potrebbe essere lasciato tranquillo a riposare. Il secondo è il rischio di inquinamento con terra e detriti che possono essere sollevati dall’attrezzo assieme all’erba.
Per questi motivi, alcuni agricoltori preferiscono saltare questo passaggio e andare direttamente all’andanatura, che rappresenta la fase finale prima della raccolta: il fieno, ormai essiccato, viene ammucchiato in andane per essere poi pressato. È importante che l’andanatore, di qualsiasi tipo sia, lavori senza raccogliere terra o sassi e rispettando il prodotto, evitando di essere troppo aggressivo.
Le macchine usate per l’andanatura sono principalmente di due tipi: giro-andanatori e andanatori stellari. I giro-andanatori sono composti da due grandi ruote che girano parallelamente al terreno. Sotto di esse ci sono una serie di denti a pettine che raccolgono l’erba e la portano al centro, tra i due giranti, formando l’andana. Gli andanatori stellari, invece, sono costituiti da un telaio a forma di V su cui sono fissate due file di dischi stellari dotati di punte, che ruotano in senso verticale rispetto al terreno.

LA CONCIMAZIONE PRIMAVERILE
Indice di carenza, quantitativi e periodi di intervento
Uno dei fattori che determina un prodotto di qualità è l’integrazione di macroelementi nutritivi, come azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), di cui le piante hanno particolare necessità per il loro accrescimento. Tra questi, l’apporto di azoto attraverso concimi azotati, sia organici sia minerali, risulta essere indispensabile per una corretta crescita e produzione. Tuttavia, un eccesso o una scorretta gestione dell’azoto può provocare un aumento della concentrazione di nitrati nel terreno e, di conseguenza, nei foraggi. La successiva riduzione in nitriti, che può avvenire direttamente nella pianta o nel rumine del bovino, è causa di molti problemi sanitari e non solo.
TOSSICITA’ ACUTA
(ALTA concentrazione di nitriti assunti in un’unica volta o a dosi ravvicinate – entro le 24 h)
- Dispnea
- Tachicardia
- Tremori muscolari
- Andatura barcollante
- Midriasi
- Grave cianosi e pallore delle mucose per formazione di meta-emoglobina
TOSSICITA’ CRONICA
(assunzione di quantità di nitrati, ripetute nel tempo che singolarmente non sarebbero in grado di causare effetti tossici)
- Immunodepressione
- Ossidazione di vitamine
- Riduzione della digestione della fibra
- Minor ingestione di s.s.
- Feci diarroiche
- Calo del grasso nel latte
- Vasodilatazione periferica (mammella e cercine coronario)
- Attività antitiroidea
- Ipofertilità
- Aborti
In questo focus, il nostro esperto Daniele Zaramella metterà a confronto Urea, Nitrato d’ammonio e Nitrato di Calcio, e il loro giusto utilizzo in base alle condizioni climatiche e al numero di concimazioni che si intende fare.
Urea e nitrato d’ammonio hanno caratteristiche molto diverse nei loro effetti, di cui occorre tenere conto nell’applicazione. Le colture assorbono l’azoto dal terreno per oltre il 90% sotto forma di nitrato. Se nella concimazione vengono somministrati concimi contenenti urea, quest’ultima non è assorbibile dalle radici e deve prima essere trasformata in forme assimilabili.
Questo processo avviene in due fasi. La prima prevede l’intervento dell’enzima ureasi che la trasforma in ione ammonio; questo passaggio è relativamente lento e richiede, a seconda della temperatura del suolo, da 1 a 4 settimane. Se il terreno non ha una temperatura adeguata la reazione non procede.
L’ammonio risultante viene convertito in nitrato assimilabile in conseguenza dell’azione dei ceppi batterici del terreno Nitrosomonas (NO2) e Nitrobacter (NO3).


EPOCHE DI RACCOLTA E VARIETA’ TARDIVE
In questo approfondimento cercheremo di fare un po’ di chiarezza sul momento esatto della raccolta delle sementi autunno vernine.
La prima considerazione da fare è basata sull’utilizzo del prodotto finale:
- Fieno
- Fasciato
- Insilato
- Pre-appassito
- Trinciato diretto
I loietti e i miscugli che ne contengono seguono tutti la via dello sfalcio con un successivo pre-appassimento e infine la raccolta.
Lo stadio ottimale per lo sfalcio è il periodo che va da botticella fino alla fioritura: questo è il momento in cui la pianta è più ricca di tenori analitici quali zuccheri, fibre digeribili e proteine. Oltrepassata tale finestra di raccolta le piante iniziano a lignificare, portando a una diminuzione dei valori analitici, con un conseguente aumento della produzione in termini quantitativi a discapito della qualità.
Per quanto riguarda i cereali a paglia e miscugli “tutto cereale” possono adattarsi a tutti gli utilizzi, nello specifico:
- Botticella – fine fioritura
- Fieno, fasciato, trinciato pre-appassito
- Maturazione latteo-cerosa (cremino)
- Trinciatura diretta
Come i precedenti con la fase di botticella-fioritura si ottiene un prodotto dal punto di vista qualitativo migliore; per ottenere invece un’ottima trinciatura bisogna attendere 8-10 giorni in più in modo che il prodotto si asciughi di più in campo in modo da poterlo insilare “in piedi”, per un prodotto più stabile evitando muffe e surriscaldamenti.


Inoltre, abbiamo riscontrato come negli ultimi anni varietà tardive o medio tardive siano diventate fondamentali per i cambiamenti climatici in atto; infatti garantiscono:
- Ampia finestra di raccolta (8-10 giorni)
- In condizione di clima stabile, una posticipazione della raccolta rispetto ai precoci mediamente di 10 giorni
- Minor stress della coltura in presenza di primavere molto siccitose (le varietà tardive tendono a recuperare maggiormente dopo una primavera molto secca, con risultati decisamente migliori di una precoce che andrebbe a spigatura prima, chiudendo il ciclo).
- Varietà tardive producono in termini quantitativi e quindi di sostanza secca per ettaro di più rispetto alle precoci.
- Maggiore resistenza delle malattie fungine.
Contatta il nostro servizio tecnico per ricevere tutte le info sulle nostre varietà e scegliere la varietà più adatta a te. Riceverai inoltre dai nostri esperti consigli su piani colturali per ottimizzare al meglio il tuo allevamento.

