Il Bio contenimento delle patologie podali

Il Bio contenimento delle patologie podali

In questo articolo troverete: IL PAREGGIO PODALE, il punto critico di tutti i programmi di controllo delle patologie podali. BAGNI PODALI come e quando farli!

CARO ALLEVATORE…
In questo secondo numero della rivista Tecnozoo, parleremo di un argomento che spesso è tralasciato o non trattato con le dovute attenzioni: la fisiologia del piede bovino e i trattamenti podali.
Sempre più spesso si parla di piede come “qualcosa di staccato” dal corpo della vacca, dimenticando che pochi cm² di zoccolo sorreggono diversi quintali di peso!
Proveremo proprio per questo ad approfondire, sia dal punto di vista fisiologico e nutrizionale, sia valutando l’efficacia dei trattamenti podali, bagni compresi, uno degli argomenti più discussi (e controversi) tra i professionisti del settore.

Anatomia del piede

ANATOMIA DEL PIEDE

Il piede bovino è costituito da due dita, ed ognuna di esse è a sua volta formata da tre falangi, di cui l’ultima e la parte terminale della seconda falange, insieme all’osso sesamoideo distale, sono ricoperte da una formazione cornea chiamata unghione, che poggia direttamente sul terreno. La posizione in stazione è resa possibile dalla fissazione di legamenti e dei muscoli, quali flessori ed estensori, che permettono all’animale di rimanere in equilibrio. Il movimento viene effettuato tramite uno slittamento ritmico e coordinato del centro di gravità verso l’avanti ed è ottenuto tramite un impulso motore del treno posteriore.

L’unghione bovino ha il compito di attutire il contatto con il terreno ed è costituito da tre parti: parete, suola e benda perioplica. La parete, la parte che sopporta la gran parte del peso dell’animale, è costituita da una lamina cornea, spessa tra i 5 e 7 mm, che si estende sulla parte mediale, anteriore e laterale del piede, mentre posteriormente si continua senza un limite preciso nella suola a formare il tallone. La struttura della parete è composta da 3 strati che gli conferiscono un’elevata consistenza e resistenza: lo strato esterno o corneo ha il compito di proteggere gli strati sottostanti, lo strato intermedio è organizzato in tubuli cornei dall’andamento spiraliforme verticale, tenuti insieme dalla sostanza cementante intertubulare (ICS) e lo strato più interno è rappresentato da lamelle cornee di 3-4 cm che si agganciano sulla struttura “viva” del piede, il pododerma.

La suola, parzialmente in contatto con il suolo, presenta uno spessore di circa 9-12 mm ed è costituita da tessuto corneo elastico ma poco compatto, formato da cinque strati: basale, spinoso, granulare, lucido e corneo. Diversamente dalla parete, la suola non presenta una formazione tubulare. La zona di giunzione tra la parete e la suola è definita come la linea bianca, parzialmente in contatto con il suolo e rappresentata da un corno molto elastico con uno spessore di circa 2-3 mm. Generalmente questa zona si presenta di colore bianco e circonda solo la zona della punta del piede (circa 2/3 del piede) ed è particolarmente delicata, andando facilmente incontro a patologie.

Il tallone, situato sulla parte posteriore dell’unghione, deriva dall’inspessimento della suola e si localizza tra la parete e la suola. I glomi, che sono parte costituente del tallone, si presentano elastici e sensibili e svolgono la funzione di ammortizzatori dei colpi subiti durante la deambulazione. Il cuscinetto plantare, chiamato anche corpo fibroelastico, interposto tra terza falange, osso sesamoideo distale e suola, è in contatto nella parte inferiore con l’organo cheratogeno ed è costituito da fibre elastiche e tessuto adiposo. Questa struttura svolge un importante ruolo nell’ammortizzare la terza falange sulla suola, oltre a svolgere un compito cruciale nell’emodinamica del piede.

Nella parte superiore dell’unghione, esternamente alla struttura cornea, è presente una sottile lamina, la benda perioplica, che posteriormente si allarga e si confonde con i talloni. La parte intermedia è costituita da tubi cornei che accolgono i villi del cheratogeno e da sostanza cementante intertubulare. Lo strato più interno è formato dalle lamelle cornee dell’organo cheratofilloso, orientate in senso prossimo-distale.

Tutta la regione digitale del piede bovino è riccamente innervata e irrorata da un’estesa rete artero-venosa per nutrire le varie parti del dito. La rete arteriosa, in particolare, tramite strutture specializzate, è una componente molto attiva della dinamica circolatoria del piede, adattandosi così alle diverse situazioni funzionali ed ambientali. La laminite, o pododermatite asettica diffusa, causa gravi danni a tutte le strutture presenti nell’unghione come conseguenza delle alterazioni del funzionamento della circolazione sanguigna del piede.

ZOPPIE: IL SEGNALE DI UN PROBLEMA DELL’APPARATO LOCOMOTORE

Effetto, causa e risposta al manifestarsi di molteplici problemi sanitari e di produzione

È sotto gli occhi di tutti come la selezione delle lattifere mirata a produzioni sempre più sostenute abbia consentito di ottenere ottimi risultati sotto questo punto di vista, a discapito però di un apparato locomotore sempre più fragile e delicato.

Oggigiorno, la patologia podale risulta essere la terza causa (in alcune aziende addirittura la seconda) di riforma involontaria. La zoppia è il segno riflesso di un animale che cerca di alleviare il dolore su un arto: in questa ottica, l’animale tenderà a muoversi il meno possibile e la conseguenza più evidente sarà certamente un calo di ingestione alimentare e di produzione lattea. L’animale, infatti, si avvicinerà poco volentieri alla mangiatoia e avrà scarso appetito a causa del forte dolore; avendo difficoltà negli spostamenti, inoltre, potrà manifestare i calori in maniera meno evidente, con una riduzione delle performance riproduttive.

Avrà anche un rischio maggiore di incorrere in altre patologie gravi, come fratture e artrite, con un elevato rischio di morte o riforma d’urgenza. Se a tutto questo si sommano le spese sanitarie, il maggior carico di lavoro e le perdite derivanti dal latte non vendibile in caso di terapie, risulta chiaro come l’aderenza a un corretto protocollo di prevenzione delle patologie podali sia fondamentale per una buona gestione della mandria.

Da ricordare… quando prendiamo in considerazione le patologie del piede nella bovina da latte, è importante tenere presente che nell’80% dei casi queste colpiscono gli arti posteriori, tendenzialmente a livello degli unghioni esterni. Solo nel 20% dei casi sono coinvolti gli arti anteriori, e in questo caso le problematiche si localizzano di norma a livello degli unghioni interni.
Ci sono molti fattori che influenzano la zoppia, e questi possono essere raggruppati in fattori ambientali, gestionali e animali.

LE CAUSE DELL’ORIGINE DELLE PATOLOGIE PODALI: AMBIENTE, GENETICA E GESTIONE

Quali sono le vacche più a rischio?

Partendo dall’analisi dei dati raccolti in stalla dal podologo, a livello di mandria il momento più critico è sempre successivo di qualche mese rispetto ai periodi più caldi e umidi dell’anno; se si considera invece l’animale individualmente, molto spesso si arriva a identificare l’origine del problema podale con l’epoca del parto.

Indagando le cause all’origine delle patologie podali, si scopre che queste dipendono da una serie di concause e fattori predisponenti che sfociano in un alterato equilibrio del rapporto tra produzione e consumo del corno, in alterazioni della circolazione periferica, o in un aumentato rischio di traumi podali. Questi fattori predisponenti si possono raggruppare sostanzialmente in fattori legati all’ambiente (clima e stagione), al sistema di stabulazione (tipo di pavimento e lettiera, sistemi di pulizia, spazio a disposizione per la movimentazione e per il riposo), alla gestione (personale impiegato, approccio alla movimentazione degli animali, grado di igiene, sovraffollamento, interventi preventivi, nutrizione) e in fattori intrinseci all’animale (età, momento produttivo, peso, patologie pregresse, razza, pigmentazione degli unghioni, posizione gerarchica).

Una forte attenzione va rivolta alla pavimentazione: è noto che un battuto in calcestruzzo con scanalature ormai consumate, fornendo poco grip al piede, favorisce scivolamenti e cadute. Inoltre, le bovine insicure nei movimenti tenderanno a manifestare meno i calori. Particolare attenzione va posta nell’introduzione di animali su nuove pavimentazioni, previa eliminazione delle sporgenze, spigoli del cemento e pulizia accurata dai corpi estranei (sassolini, sabbia, ecc.) residui della lavorazione. Se possibile, è opportuno trattare la superficie per ridurre gli effetti del cemento fresco sulla suola del piede.

Il grigliato non è sempre una scelta sbagliata: alcune razze da carne, come la Limousine (che presenta un piede pigmentato), sopportano bene questo tipo di pavimentazione, mentre per altre razze, come la Charolaise (che ha un piede non pigmentato), è fortemente sconsigliato.

È fondamentale garantire un’efficace rimozione delle deiezioni per evitare che il piede rimanga “in ammollo” e a contatto con l’ammoniaca prodotta. Nelle cuccette si possono utilizzare prodotti che asciughino rapidamente le superfici, riducendo così la produzione di ammoniaca. Se si parla di lettiera permanente, è opportuno fornire quotidianamente uno strato di paglia asciutta o altro prodotto idoneo da lettime.

Identikit della bovina con più alto rischio di incorrere in patologie podali:

  • pluripara,
  • si trova nel post parto,
  • produce molto latte,
  • ha perso più di un punto di BCS,
  • oppure è in asciutta ma è in sovrappeso,
  • ha avuto problematiche podali in passato e/o altre patologie,
  • ha il piede poco o per nulla pigmentato,
  • occupa una posizione inferiore nella scala gerarchica.

Un altro aspetto molto importante è la densità di capi in stalla, che deve essere tale da consentire a ciascun animale di trascorrere un sufficiente numero di ore coricate. La bovina, infatti, è un animale che si è evoluto per trascorrere fino a 14 ore distesa, molto più tempo in stazione eretta.

La sua conformazione anatomica è quindi del tutto inadatta a stazionare molte ore in piedi. Proprio per questo motivo in autunno insorge il maggior numero di zoppie: durante il periodo estivo, infatti, gli animali tendono a passare più tempo distesi.

Per quanto concerne il ruolo della nutrizione, bisogna tenere presente che una razione bilanciata fornisce già tutti gli elementi di cui il piede ha bisogno per mantenersi in salute. Bisogna porre particolare attenzione ad evitare eccessi proteici, che causano laminite, o carenze di minerali, che conducono a una ridotta formazione di tessuto corneo. I supplementi specifici a base di rame e zinco possono essere utili e sono sempre da intendersi come prevenzione piuttosto che come soluzione a un problema già conclamato.

Il controllo del BCS è un altro importante obiettivo della nutrizione: come già detto, animali troppo pesanti (soprattutto in asciutta) sottopongono i piedi ad elevate e inconsuete sollecitazioni; al contrario, animali che nei primi 60 giorni post parto perdono più dell’1% del proprio peso prima del parto (quindi circa 60 kg) presentano un elevato rischio di incorrere tra il terzo e il quarto mese di lattazione in un’ulcera soleare (la lesione podale più antica descritta) perché il rapido dimagramento porta ad un consumo eccessivo del cuscinetto digitale (formato essenzialmente da acidi grassi) e quindi compressione diretta degli apici della terza falange sul tessuto cheratogeno della suola con sua possibile esposizione. Tale lesione, insieme alla Malattia della linea bianca, Ulcera della punta e Doppia suola, può essere associata o come conseguenza di una laminite subclinica.

Schema riassuntivo della interconnessione tra zoppie, malattie e produzione di latte (Solano et al., JDS 2015)

LT PLUS

Che cos’è?
Prodotto ambientale per lettiere permanenti, cuccette in paglia, cuccette con materassino, a base di carbonato di calcio, solfato di magnesio, bicarbonato di sodio, addizionati di un attivatore specifico.
Istruzioni per l’uso
Dosaggio d’attacco: 100-200 g/m² di lettiera o per cuccetta (distribuito prevalentemente nella metà posteriore) a giorni alterni per 1-2 settimane.
Dosaggio di mantenimento: 100-200 g/m² di lettiera o per cuccetta 2 volte la settimana.
Indicazioni per l’uso
LT PLUS, grazie alla sua azione specifica, ha un effetto inibitorio sulla flora batterica dannosa (Coliformi, Clostridi, ecc.) e probiotico sulla flora batterica autotrofa. Ciò determina una drastica riduzione della flora patogena della lettiera, con conseguente riduzione dell’NH3 (ammoniaca) e dei cattivi odori.
La lettiera si presenta inoltre molto più asciutta, con un notevole risparmio dei lettimi (paglia, trucioli, segatura), offrendo nel caso delle cuccette a materassino un ambiente assai più salubre ed asciutto. Vi è inoltre una riduzione della presenza di larve nelle lettiere.

FOCUS: MINERALI E VITAMINE

Aminoacidi necessari alla sintesi della cheratina: Cisteina, Istidina e Metionina. Questi aminoacidi, in particolare la metionina, svolgono un importante ruolo nel mantenimento dell’integrità strutturale dei cheratinociti.

MINERALI

  • Zinco (Zn): è coinvolto in oltre 200 processi enzimatici; a livello del piede svolge un ruolo chiave nel processo di cheratinizzazione attraverso un’azione catalitica (Zn-metalloenzimi, componenti integrali nella differenziazione dei cheratinociti), un’azione strutturale (ruolo chiave nella formazione delle proteine strutturali durante il processo di cheratinizzazione, una carenza diminuisce la produzione delle proteine zincodipendenti e quindi la formazione dei filamenti di cheratina necessari nello sviluppo dei cheratinociti) e un’azione regolatrice nei processi di differenziazione delle cellule. Lo zinco, insieme al rame, è un componente dell’enzima superossido dismutasi (SOD) che svolge un ruolo chiave antiossidante, proteggendo le membrane cellulari dalla tossicità dell’anione superossido.
  • Calcio (Ca): svolge un ruolo fondamentale nei processi di cheratinizzazione e produzione di corno. È necessario per l’attivazione della transglutaminasi epidermica (TG), un enzima importante per la reticolazione delle fibre di cheratina all’interno delle cellule e per l’inizio della differenziazione terminale delle cellule epidermiche. Le carenze riducono quindi la quantità di cellule mature del corno. L’ipocalcemia al parto influenzerebbe il metabolismo della differenziazione delle cellule epidermiche.
  • Rame (Cu): i bovini in carenza subclinica di rame sono più sensibili a lesioni ai talloni, flemmoni e ascessi della suola poiché ciò si associa a un’insufficienza dell’attività della citocromo c ossidasi, con conseguente ridotta respirazione cellulare e fosforilazione ossidativa, portando quindi a una carenza di energia per la differenziazione dei cheratinociti (Linder, 1996). Qualsiasi carenza di nutrienti che riduce la formazione di ICS (sostanza cementante intercellulare) provoca la produzione di un tessuto corneo discheratosico, rendendolo più suscettibile a fratture e lesioni. Il rame è anche un componente dell’enzima superossido dismutasi (SOD), vedi Zinco.
  • Selenio (Se): è una componente fondamentale del glutatione perossidasi, un potente antiossidante che protegge le membrane lipidiche sia intra che extra cellulari contro i danni ossidativi. Le sostanze cementanti del piede (ICS) sono a base di grassi e quindi possono subire ossidazione; il selenio protegge e mantiene la loro struttura fisiologica. Un’eccessiva integrazione di selenio può essere dannosa per lo sviluppo dei cheratinociti, perciò è importante prestare attenzione ai sovradosaggi.
  • Manganese (Mn): ha un’azione indiretta in quanto è strettamente coinvolto nei processi di ossificazione e nella formazione delle cartilagini, partecipando alla sintesi del condroitin-solfato. Carenze di manganese possono portare a anomalie scheletriche, arti deformati e accorciamenti dei tendini. È necessario durante la fase intra-uterina per lo sviluppo scheletrico del feto.

VITAMINE

  • Vitamina A: necessaria per la differenziazione cellulare (stimolazione o inibizione dell’espressione genica), la crescita, il normale sviluppo e la manutenzione dei tessuti scheletrici ed epiteliali (NRC, 2001).
  • Vitamina D: importante regolatore del metabolismo del calcio, deriva dal colesterolo e influenza anche i processi di cheratinizzazione del corno. L’attivazione della vitamina D in ambienti chiusi, privi di luce solare, è ridotta. Nella sua forma biologicamente attiva 1,25 (OH)₂D₃, la vitamina D è necessaria per il controllo del riassorbimento di Ca²⁺ e per la mobilitazione e l’accrescimento delle ossa.
  • Vitamina E: entra come antiossidante cellulare nel mantenimento delle membrane cellulari e delle strutture lipidiche e quindi una carenza di vit. E nel periodo di transizione in animali sottoposti a stress può portare ad un aumento delle zoppie e produzioni di corno di scarsa qualità. Esercita una funzione importante per l’integrità dei tessuti cheratinizzati, in quanto ICS è composto da materiale ricco di lipidi.
  • Biotina o vit. B 7 (B 8 Francesi) o vit. H (Tedeschi) o coenzima R: La biotina, in condizioni ordinarie, è una delle vitamine chimicamente più stabili. Le azioni fondamentali della stessa sono a livello della microflora ruminale e del metabolismo dell’organismo animale.
    Rumine: viene sintetizzata normalmente dalla flora ruminale: in presenza di diete acidogene o con basso rapporto foraggi: concentrati, la produzione viene notevolmente ridotta (> 50%).
    La produzione di biotina potrebbe essere insufficiente nel periodo di transizione e nei primi 100 giorni di lattazione a seguito degli alti tassi di attività metabolica.
    Vitamina essenziale per le tre maggiori specie di batteri cellulosolitici ruminali, e quindi svolge un ruolo importante nella digestione della cellulosa.
    È un cofattore in un enzima microbico (metilmalonil-CoA carbossilasi) nella sintesi del propionato.
    Organismo animale: cofattore enzimatico coinvolto in numerosi processi metabolici: la biosintesi degli acidi grassi a lunga catena, il metabolismo del propionato e il mantenimento delle normali concentrazioni di glucosio nel sangue. È coinvolta nelle reazioni del catabolismo della leucina.
    Nutriente essenziale (enzimi biotina dipendenti) nella sintesi della cheratina (pelle, capelli, zoccoli, cuscinetti plantari) e sostanze cementanti intercellulari (ICS), i due maggiori processi metabolici coinvolti nella cheratinizzazione.
    La biotina, insieme allo zinco, permette la “costruzione” di una forte parete dello zoccolo con una maggiore integrità, da cui ne consegue una migliore resistenza agli stress ambientali.

GLI ESPERTI CONSIGLIANO…

Ecco un prodotto che i nostri tecnici ti suggeriscono per aiutare i tuoi animali a prevenire le varie forme di zoppia.

ZINCOTRIS P
Mangime minerale dietetico per la rigenerazione di zoccoli, zampe e pelle per bovini
Ecco il testo senza elenco:

COMPOSIZIONE per Kg: Farinetta di frumento, Farina di carruba, Melasso di canna da zucchero.

COMPONENTI ANALITICHE: Calcio 1.3%, Fosforo <0.1%, Sodio 1.1%, Magnesio 0.2%, Lisina 0.0%, Metionina 10.0%, Ceneri Insolubili in HCl 51.6%.

ADDITIVI per Kg: Agenti leganti, antiagglomeranti e coagulanti: 1g568 Clinoptilolite di origine sedimentaria 650.000 mg. Vitamine, pro-vitamine e sostanze ad effetto analogo chimicamente ben definite: 3a880 Biotina 50 mg. Composti di oligoelementi: 3b201 Iodio (Ioduro di potassio) 500 mg, 3b6.10 Zinco (Chelato di zinco dell’analogo idrossilato della metionina) 50.000 mg. Aminoacidi, loro sali e analoghi: 3c301 DL Metionina tecnicamente pura 100.000 mg.

ISTRUZIONI PER L’USO: ZINCOTRIS P va aggiunto e accuratamente miscelato per ogni 100 Kg di mangime completo in ragione di 150 g in modo da assicurare i seguenti apporti giornalieri per capo: Vacche/Bufale da latte: 60 g per 15 gg poi 40 g per 20 gg; Bovini/Bufali all’ingrasso: 30 g per 15 gg poi 20 g per 20 gg; Ovini e caprini: 6 g per 15 gg poi 4 g per 20 gg; Suini riproduttori: 12 g per 15 gg.

INDICAZIONI PER L’USO: ZINCOTRIS P è un mangime minerale dietetico che contiene una fonte di zinco chelato con metionina, che ne facilita l’assimilabilità e contribuisce, assieme allo iodio e alla biotina contenuti, a stabilizzare e/o migliorare gli epiteli della cute e degli annessi cutanei (zoccolo, mammella).
Raccomandazione: utilizzare il prodotto fino ad un massimo di 8 settimane.

IL PAREGGIO PODALE NEL BOVINO: il punto critico di tutti i programmi di controllo delle patologie podali

Analizziamo un protocollo di prevenzione zoppie

Un chiaro protocollo di prevenzione della zoppia è uno strumento importante nelle mani dell’allevatore, in quanto è programmabile ed è un investimento che a lungo andare aiuta a tenere sotto controllo le ingenti perdite derivanti dalle patologie podali. Questo in sintesi dovrebbe prevedere:

  • La programmazione del pareggio funzionale.
  • L’individuazione e l’intervento precoce sulle zoppie acute.
  • La programmazione della pulizia dei piedi in tutte le fasi (anche asciutte e manze).
  • La programmazione della pulizia, della manutenzione o sostituzione delle cuccette, della pavimentazione e delle lettiere.
  • Mettere in atto tutte le strategie (nutrizionali e non) per ridurre lo stress e aumentare le difese immunitarie.
  • Tenere sotto controllo il BCS e, non ultimo, formare il personale alla corretta movimentazione e al corretto approccio agli animali.

Il pareggio funzionale consente di mantenere un corretto rapporto fra produzione e consumo di corno, e quindi di mantenere la forma e la piena funzionalità del piede. Una forma alterata dell’unghione, per esempio dovuta a un accrescimento eccessivo della punta, determina infatti uno sbilanciamento della ripartizione dei carichi e quindi il sovraccarico di alcuni settori. Per questo motivo, qualsiasi programma di controllo delle patologie del piede non può prescindere dalla programmazione del pareggio funzionale.

La frequenza del pareggio funzionale va stabilita, in accordo con il podologo o con il veterinario aziendale, in base alla casistica delle zoppie registrate nella mandria durante l’anno; comunque, in condizioni normali, ogni bovina dovrebbe riceverne almeno due nell’arco di una lattazione.

Il pareggio terapeutico invece deve ovviamente essere eseguito all’occorrenza da personale esperto; per individuare tempestivamente le zoppie è fondamentale l’osservazione frequente degli animali da parte di personale addestrato. I segnali da non sottovalutare sono: la diminuzione della lunghezza del passo, la riduzione della velocità di spostamento, l’ondeggiamento della testa e quindi di tutto il dorso, un alterato angolo dell’articolazione e di rotazione dell’arto, l’inarcamento del dorso. Ogni qualvolta si esegua il pareggio di un piede malato, è importante eseguire il pareggio anche sul piede controlaterale per ottenere un corretto bilanciamento del treno.

Il corno dovrebbe essere lungo mediamente dai 7,5 agli 8,5 cm, con un’altezza della parte posteriore di circa la metà. Dobbiamo, in ogni caso, prestare attenzione perché capita spesso che tagliare in prossimità dei 7,5 cm possa intaccare la zona di irrorazione della punta. L’angolo del piede sulla parte anteriore va da 50-55°, ma non è un fattore importante perché va regolato in base agli appiombi. Gli unghioni hanno una divaricazione di circa 15°. La parete cresce di circa 5-6 mm al mese.

“Le malattie podaliche delle vacche da latte. Principali fattori di rischio e strategie di prevenzione.”
Tesi di laurea Mercati Davide

LE MALATTIE INFETTIVE DEL PIEDE BOVINO

I piedi dei bovini possono andare incontro a diverse patologie i cui fattori responsabili sono da ricondurre a tre diverse categorie:

  • Metabolica: include le caratteristiche della dieta che gli animali assumono nei diversi momenti del ciclo produttivo, l’eventuale presenza di sostanze tossiche (es. micotossine, etc.) o alimenti deteriorati, così come patologie metaboliche o alterazioni dell’apparato gastro-intestinale.
  • Meccanica: si riferisce alla conformazione degli unghioni e al loro grado di manutenzione, allo stato delle superfici dei pavimenti e delle zone di decubito.
  • Infettiva: comprende le condizioni igieniche delle stalle, la possibilità di eseguire una regolare disinfezione del piede e la presenza di agenti patogeni specifici.

Le malattie del piede sono classificate in due grandi categorie:

  • Malattie infettive: dermatite interdigitale, dermatite digitale e flemmone interdigitale.
  • Malattia metabolica: pododermatite asettica diffusa o laminite.

Tra le malattie infettive, spesso viene citata anche l’erosione del corno del tallone, da molti autori considerata come evoluzione della dermatite interdigitale. In merito alle malattie infettive del piede, gli agenti patogeni colonizzano i tessuti molli del piede dalla superficie in profondità, interessando dapprima l’epidermide e successivamente il derma e sottocute.

Le tre malattie infettive attualmente conosciute hanno un’eziologia multifattoriale, di cui il fattore infettivo è sostenuto da germi ubiquitari di difficile eradicazione dall’ambiente in cui gli animali vivono. Ciascuna delle malattie ha un bersaglio preciso per la sua azione: la dermatite digitale interessa l’epidermide in tutto il suo spessore e il pododerma, il flemmone interdigitale colpisce il sottocute e, in caso di complicazioni, anche le strutture profonde del piede, e la dermatite interdigitale attacca lo strato germinativo del cheratogeno.

La dermatite digitale, tra le prime cause di zoppia negli allevamenti da latte di tutto il mondo, è sicuramente ancora una sfida attuale nella podologia bovina, nonostante sia stata individuata per la prima volta in Italia nel 1974 dal prof. Mortellaro (Università di Milano). Patologia molto dolorosa a carattere persistente e di conseguenza causa di importanti danni economici sia per le mancate rese sia per i costi dei trattamenti locali e sistemici. Una volta che l’animale si è infettato, difficilmente andrà incontro a guarigione, per cui l’approccio da seguire sarà di tipo preventivo oltre a un miglioramento delle condizioni ambientali in termini di igiene. Un modo per tenere controllata la diffusione batterica o per trattare le forme iniziali della patologia, oltre al trattamento topico individuale, è sicuramente dato dai bagni podali collettivi.

BAGNI PODALI: come e quando farli!

Non solo i prodotti, anche le strutture delle vaschette fanno la differenza

L’idea dei bagni podali di stazionamento nasce negli anni ‘60 in Olanda come profilassi e cura della dermatite interdigitale al rientro autunnale dei bovini in stalla dal pascolo. Successivamente, ricercatori francesi scoprono che la soluzione di formalina rimasta sullo zoccolo dopo il passaggio si riscalda esercitando un’azione disinfettante per circa mezz’ora, se il piede può permanere in un ambiente asciutto. Questo porta ad evolvere il concetto di vasca di stazionamento in vasca di transito, oggi molto diffuso, posizionato di solito all’uscita della sala mungitura o in corridoi appositamente predisposti. Se prima la formalina, il solfato di rame e il solfato di zinco erano ritenuti tra i principi attivi più efficaci, oggi la nuova genesi e la ricerca di nuovi principi attivi ha portato all’utilizzo di nuove molecole quali l’acido peracetico, la gluteraldeide, lo iodio, il cloro e loro diverse associazioni.

Da cosa dipende l’efficacia di un bagno podale?
Diventa essenziale l’utilizzo di un valido prodotto, sicuro e rispettoso della cute. È necessario, inoltre, garantirsi dell’integrità della cute e dello zoccolo da trattare, assicurandosi che il piede venga coperto interamente. Solo in questo modo si può essere sicuri dell’azione topica della soluzione! Una volta trattati, dovrebbe essere assicurato agli zoccoli un tempo di asciugatura di circa 20 minuti all’uscita dalla sala di mungitura.

Per poterne apprezzare veramente l’efficacia, le vasche sulle quali effettuare i bagni podali dovrebbero avere dimensioni adeguate e essere posizionate in zone strategiche. Il prodotto che verrà diluito in acqua deve inoltre essere impiegato con la giusta concentrazione (eccedere con la concentrazione potrebbe essere controproducente), per un tempo corretto e con la frequenza adeguata.

L’efficacia di un bagno podale deve quindi tenere in considerazione:

  • Disegno della vasca
  • Ubicazione della vasca
  • Costanza dei trattamenti
  • Frequenza dei trattamenti
  • Principio attivo o mix, concentrazione, pH della soluzione
  • Rilevamento precoce e trattamento individuale delle lesioni acute: attenzione a far passare animali con lesioni ulcerate sui bagni

Si DEVE assolutamente evitare che il bagno podale diventi punto di infezione in azienda. Ecco perché l’ubicazione delle vasche in azienda è di fondamentale importanza. Da prediligere sono quindi ubicazioni che permettano di migliorare il flusso all’uscita dalla mungitura (un miglior flusso evita sovraffollamento, spinte, traumi e quindi stress), prediligendo vasche solide e non mobili.

Effettuare i bagni su vacche in asciutta, manze e vitelle può prevenire molti problemi e garantire una vita più sicura a quelle che saranno le future vacche in lattazione.

La tecnologia sta mettendo a punto migliorati sistemi di individuazione degli animali tramite strumentazioni di stalla quali podometri, collari, orecchini, telecamere e termocamere che, una volta individuato l’animale, selezionano e comunicano al sistema quali animali necessitano maggiormente dell’azione di bagni podali.

È opportuno sempre e comunque avere il controllo generale su tutta la mandria e formare al meglio il personale, lavorando con un esperto podologo e prevedendo la possibilità dell’uscita dal bagno podale su un’area asciutta per circa 20 minuti.

Una vasca costruita correttamente dovrebbe estendersi maggiormente in lunghezza (circa 3 – 3,5 metri) ed essere più stretta (50 – 60 cm), permettendo idealmente almeno due passi al suo interno dei piedi posteriori, più soggetti ad infiammazioni e patologie. Da uno studio dell’Università di Cambridge del 2018 si ritiene che volumi di bagni podali che permettano fino a 200 passaggi siano sufficienti ed efficaci. Dopo 200 passaggi, è stato comprovato un calo del potere disinfettante collegato principalmente a un calo drastico dei volumi della soluzione disinfettante (> 50%).

A fare la differenza è senza dubbio la frequenza, il rinnovo e la composizione della soluzione disinfettante utilizzata in vasca (prima di preparare o versare la nuova soluzione, la vasca deve essere accuratamente pulita!). La frequenza non solo potrebbe rivelarsi sufficiente al controllo della diffusione della malattia, ma risulta essere strettamente collegata al tipo di igiene che viene assicurato agli animali. Trattamenti a giorni alterni sono meno efficaci di un ciclo di trattamenti continui (mattina e sera) di alcuni giorni, così come il passaggio in una vasca di acqua prima del bagno podale non riscontra un’efficacia superiore.

Se al controllo periodico del podologo non si riscontrano nella mandria i miglioramenti attesi, in presenza di tutti i protocolli eseguiti correttamente, si consiglia di verificare l’efficacia del prodotto e modificare il calendario dei trattamenti. L’importanza di un corretto approccio alle patologie podali, attraverso anche l’esecuzione di bagni podali con la stesura di specifici protocolli, si rende quindi necessaria per una efficace attuazione delle strategie di controllo e prevenzione delle malattie podali nella pratica quotidiana e per il benessere animale in stalla.

Una vasca costruita adeguatamente dovrebbe prevedere un fondo comodo al calpestio, privo di irregolarità e possibilmente dotata di un sistema che la faccia riempire e scaricare velocemente.

GLI ESPERTI CONSIGLIANO…

ENCORE G20 POVER/PLUS
Igienizzante a base di acido glicolico per bagni podali efficace nel preservare dalle infezioni i tessuti molli del piede bovino, ovino e caprino, prevenendo i fenomeni di zoppia di causa batterica. L’azione igienizzante, grazie alla presenza in formula di un pool di tensioattivi e coadiuvanti frutto della sperimentazione sul campo, non risente di degradazione al contatto con la sostanza organica. Il prodotto è efficace e stabile sia a temperatura ambiente che a basse temperature. Non irrita la cute e non provoca dolore.

ENCORE G20 POWER
Encore G20 POWER Igienizzante a base di acido glicolico per bagni podali (per bovini, ovini e caprini) efficace nel preservare dalle infezioni i tessuti molli del piede, prevenendo i fenomeni di zoppia di causa batterica. L’azione igienizzante, grazie alla presenza in formula di un pool di tensioattivi e coadiuvanti frutto della sperimentazione sul campo, non risente di degradazione al contatto con la sostanza organica. Il prodotto è efficace e stabile sia a temperatura ambiente che a basse temperature. Non irrita la cute e non provoca dolore alle vacche.

Caratteristiche chimico fisiche: Aspetto: Liquido – Colore: Verde Scuro – Odore: caratteristico – pH (tal quale): 1,30 ca. – Densità: ca.1,050 Kg/ln – Il prodotto non contiene fosforo

Modalità d’impiego: dosaggio consigliato per MANTENIMENTO: 3% (rinnovare la soluzione 2 volte la settimana)

ENCORE G20 PLUS
Encore G20 PLUS contrasta lo sviluppo dei patogeni che causano le infezioni podali. È un coadiuvante per il trattamento delle dermatiti interdigitali per bovini, ovini e caprini. Il prodotto favorisce la regressione delle dermatiti e stimola la produzione di tessuto fisiologico che ripristina l’integrità del piede.

Caratteristiche chimico fisiche: Aspetto: Liquido limpido – Colore: Verde Scuro – Odore: caratteristico – pH (tal quale): 1,30 ca. – Densità: ca. 1,050 Kg/l – Biodegradabilità: 90% (Artt. 2 e 4 Legge 26/4/83 N. 136). Il prodotto non contiene fosforo

Modalità d’impiego: Nebulizzare il prodotto tal quale sulla parte interessata (3 o 4 spruzzi) per due volte al giorno per un periodo massimo di 5/6 giorni.

PODALIK PLUS
PODALIK Plus è un aiuto nella igienizzazione podalica degli animali tramite l’immersione dell’estremità: la presenza di sali di zinco e di rame aiuta il naturale rafforzamento degli zoccoli, mentre gli altri componenti con un’azione di controllo della carica batterica coadiuvano e favoriscono i processi di guarigione del piede. Si pone l’accento sulla notevole attività igienizzante della glutaraldeide, che presenta una scarsissima attività istolesiva verso i tessuti del piede (sia molli che duri), rendendola preferibile rispetto all’uso della formalina. PODALIK Plus può essere utilizzato anche mediante nebulizzazione.

CONTENUTO: 5% < 15% Tensioattivi cationici, < 5% Glutaraldeide, Acido acetico, Solfato di rame, Zinco solfato eptaidrato.

MODALITÀ D’USO: È preferibile coadiuvare la detergenza preliminare con una spazzolatura degli zoccoli per la rimozione dei detriti. Impiegare il prodotto diluito al 5-10% in acqua nelle apposite vasche di passaggio obbligato per gli animali; a tali concentrazioni, il prodotto effettua anche un’efficace igiene dei pavimenti di stalle, sale mungitura e gabbie. PODALIK Plus può essere impiegato anche tal quale per trattamenti radicali. Per tali usi, il prodotto può essere spennellato o spruzzato sulla zona interessata, con particolare attenzione all’applicazione nella fessura degli unghioni.

Valutazione dello score di pulizia degli arti

Da sinistra: Score 1, Score 2, Score 3, Score 4.

Frequenza settimanale dei bagni podali

Guida per l’igiene della gamba frequenza bagno piedi (Cook at All., 2012)

Quanto incidono le zoppie da dermatite digitale nel tuo allevamento?
I fenomeni di zoppia legati a dermatiti digitali sono un disturbo molto presente in allevamento, ma la reale percezione che possiamo avere di esse è molto difficile da quantificare.

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