L’argomento che svolgeremo nel corso di quest’anno su ExDairyPRESS tratterà gli aspetti economici delle varie fasi dell’allevamento della vacca da latte. Lo scopo è quello di mettere a fuoco le ricadute economiche di ciascuna di esse, analizzando gli attuali standard di riferimento e ragionando quindi su eventuali strategie per raggiungerli o migliorarli in un’ottica economica di ritorno sull’investimento (ROI).
Performance in transizione e al parto: ricadute sanitarie, zootecniche ed economiche
La salute delle vacche influenza la redditività negli allevamenti alterando i meccanismi biologici e la produttività (Galligan, 2006). Le condizioni di salute inoltre modificano anche la politica di rimonta a causa del cambiamento nel valore potenziale della vacca. Le principali malattie a impatto economico nella vacca da latte sono principalmente l’ipocalcemia, la ritenzione di placenta, la metrite, la dislocazione dell’abomaso, la chetosi, la mastite e la zoppia.
I costi delle diverse patologie sono molto alti e influenzati notevolmente dalle prestazioni della mandria e da fattori di mercato (quali il prezzo del latte, il valore degli animali da rimonta e da macello, il costo degli alimenti). Il punto chiave di partenza è valutare la situazione del proprio allevamento relativamente alle patologie al parto e nella transizione, considerando il livello attuale delle problematiche di questo periodo e confrontandole in senso statistico ed economico con dei valori di riferimento.
I principali elementi che concorrono al costo della patologia sono riferibili al valore del latte scartato e alla mancata produzione futura, al peggioramento delle performance riproduttive, al maggior rischio di morte o eliminazione, al tempo speso da parte dell’allevatore per seguire la vacca ammalata, ai costi terapeutici e veterinari.


Aspetti economici e patologie
Non è facile calcolare i costi delle patologie in un allevamento da latte, non esistendo una situazione a patologie completamente assenti da confrontare. Di fatto, risulta fondamentale valutare il costo delle malattie che si presentano con una più alta incidenza in confronto agli standard medi, in modo da calcolare le perdite attuali, rispetto ai livelli di patologia desiderabili.
In tal senso, oltre a quantificare il livello di specifica patologia nel proprio allevamento e calcolare l’eventuale costo standard di riferimento, sarebbe utile quantificare anche il costo della patologia all’interno del proprio allevamento.
Le perdite economiche evitabili, cioè quelle generate da livelli di patologie superiori agli obiettivi desiderabili, forniscono una stima del beneficio economico derivante dal miglioramento del management e dal raggiungimento degli obiettivi previsti per le varie patologie in transizione.
Il valore totale delle perdite evitabili rappresenta altresì il massimo investimento economico spendibile per raggiungere gli obiettivi prefissati; l’intento infatti è quello di conseguire i risultati attesi di riduzione delle patologie al fine di generare un reddito supplementare rispetto al costo delle strategie messe in atto.

In alcuni casi, non è detto che il massimo ritorno dell’investimento coincida con la riduzione maggiore possibile delle patologie, e quindi ogni allevamento dovrà trovare quale sia il punto di tornaconto migliore tra i costi (messi in campo per attuare la riduzione delle patologie) e i benefici (derivanti dalla riduzione delle malattie stesse).
Sebbene le conseguenze economiche negative di una transizione non ottimale non si limitino alla sola espressione clinica delle patologie individuabili, queste ultime rappresentano comunque le perdite economiche prevalenti e misurabili.
È dunque assolutamente doveroso per una buona gestione di allevamento individuare i livelli delle varie patologie che abbiamo in allevamento e valutare le perdite economiche che generano se superiori ai livelli desiderabili. Per far questo ci si può riferire ai costi standard delle patologie o, se possibile e meglio, attribuendo il costo che la patologia specifica genera nel nostro allevamento.


Nella tabella 4 che precede si riporta l’esempio di un foglio di calcolo per quantificare le perdite economiche generate dalle patologie in transizione.
Riassumendo in questa prima parte dell’articolo sul ROI nella vacca al parto e in transizione, abbiamo visto come sia necessario conoscere il livello attuale nel proprio allevamento delle varie patologie (ipocalcemia, ritenzione di placenta, metrite, dislocazione dell’abomaso, chetosi, mastite, polmonite, zoppia), attribuendo loro uno specifico costo (standard o meglio ancora di allevamento) in modo da calcolare le perdite complessive che questa situazione genera. Ebbene, questo valore ci indicherà il massimo investimento a nostra disposizione per ridurre queste perdite e generare un extra reddito.