Un recente studio condotto nella stalla dell’Università della Florida dimostra che anche le primipare possono trarre beneficio da razioni di steaming up moderatamente acidogeniche.
La maggior parte delle ricerche con diete a DCAD negativo in close-up è stata condotta su vacche pluripare, vista la maggiore incidenza di ipocalcemia e di altre malattie del post-partum. Tuttavia, le primipare rappresentano di media circa il 30-40% dell’allevamento. Inoltre, molto spesso le manze e le vacche pluripare condividono lo stesso box e, di conseguenza, la stessa dieta di steaming-up. Ciò significa che anche le manze vengono alimentate con diete anioniche, senza sapere se questo possa comportare o meno dei benefici.

In effetti, le manze, così come le vacche pluripare, possono beneficiare di diete a DCAD negativo prima del parto. Potrebbe tuttavia anche accadere che l’uso di diete eccessivamente acidogeniche possa comportare una riduzione delle prestazioni post-partum. Purtroppo, come spiega José Santos, professore di nutrizione e riproduzione della vacca da latte all’Università della Florida, i dati sulle primipare sono scarsi. Le due meta-analisi in argomento (Lean et al., 2019; Santos et al., 2019) contenevano dati relativi soltanto a 151 primipare, dunque troppo poche per dare una risposta definitiva alla questione: DCAD sì, oppure DCAD no per le manze in close-up?
Ci viene quindi in aiuto una recente ricerca dell’Università della Florida, pubblicata nel 2021 sul Journal of Dairy Science, che chiarisce alcuni punti chiave. Nello studio, condotto presso l’allevamento universitario di Gainesville, 132 manze a circa 250 giorni di gravidanza sono state assegnate in modo casuale a uno dei tre gruppi e alimentate fino al parto come segue: DCAD +200, DCAD -50 e DCAD -150 mEq/kg di S.S. Tutte e tre le razioni pre-parto avevano lo stesso rapporto foraggio-concentrato e contenuti simili di NEL, proteine grezze e proteine metabolizzabili.
Dopo il parto, tutte le vacche sono state alimentate con la stessa dieta di lattazione, munte 4 volte al giorno durante i primi 100 DIM (days in milk, giorni di lattazione) e successivamente 2 volte al giorno, fino a 305 DIM, al fine di determinare il latte totale prodotto. Per quanto riguarda la parte riproduttiva, e in particolare la prima inseminazione, tutte le vacche sono state inserite in un protocollo di sincronizzazione. La gamma di DCAD utilizzato nello studio è simile a quella vista nelle due meta-analisi del 2019. Inoltre, le ultime ricerche suggeriscono per le vacche pluripare, per ridurre al minimo il rischio di ipocalcemia, una dieta pre-parto a DCAD compreso tra -50 e -150 mEq/kg S.S. Di seguito i risultati dello studio.

Produzione di latte
Durante i primi 100 giorni, non ci sono state differenze su: assunzione di sostanza secca o NEL, produzione e qualità del colostro. Non sono stati influenzati neanche i livelli di grasso, proteine vere e lattosio. Per quanto riguarda la produzione di latte, le vacche primipare alimentate con diete prepartum con +200, -50 e -150 mEq/kg S.S., hanno prodotto rispettivamente una media di 36.6, 36.7 e 35.8 kg durante i primi 100 giorni di lattazione. Anche il latte corretto per l’energia e il latte corretto al 3,5% di grasso non sono stati influenzati dalla tipologia di razione pre-parto somministrata. Le bovine alimentate con una dieta a DCAD moderatamente negativa (-50 mEq/kg S.S.), hanno prodotto complessivamente più latte a 305 giorni (10.005 kg), anche se il dato è risultato privo di significatività statistica.
Riproduzione
Durante i primi 100 giorni, non ci sono state differenze in: assunzione di sostanza secca o NEL, produzione e qualità del colostro, e livelli di grasso, proteine vere e lattosio. La produzione di latte delle vacche primipare con diete prepartum di +200, -50 e -150 mEq/kg S.S. è stata rispettivamente di 36.6, 36.7 e 35.8 kg nei primi 100 giorni di lattazione. Latte corretto per l’energia e latte al 3,5% di grasso non sono stati influenzati dalla razione pre-parto. Le bovine con dieta DCAD moderatamente negativa (-50 mEq/kg S.S.) hanno prodotto più latte a 305 giorni (10.005 kg), sebbene il risultato non sia statisticamente significativo.

Stato di salute
Il pH delle urine era in media di 8,22, 6,67 e 5,41 per le vacche alimentate rispettivamente con razioni a DCAD +200, -50 e -150 mEq/kg S.S. Non sono stati diagnosticati casi di ipocalcemia clinica, e i valori di calcio ionizzato (iCa) e di calcio totale (tCa) hanno indicato che nessuna vacca dello studio è scesa sotto le soglie per l’ipocalcemia subclinica.
Durante i primi 100 giorni di lattazione, è stata monitorata l’incidenza di malattie cliniche come ritensione di placenta, metrite, dislocazione dell’abomaso, mastite, zoppia e malattie respiratorie. Santos osserva: “siamo stati in grado di rilevare differenze quadratiche nelle patologie uterine, nella morbilità e nel rischio di malattie multiple”. Le vacche alimentate con una dieta a -50 mEq/kg S.S. hanno mostrato un rischio inferiore di sviluppare malattie rispetto alle vacche alimentate con diete a +200 e -150 mEq/kg S.S. I risultati per le vacche con diete a -50, +200 e -150 mEq/kg S.S. erano i seguenti: metrite, 25,6%, 36,3% e 46,0%; morbilità, 28,1%, 41,4% e 55,6%; malattie multiple, 8,9%, 16,3% e 29,6%. La riduzione del rischio mostrata dalla dieta a -50 mEq/kg è significativa, anche se il numero totale di vacche per trattamento era limitato. Saranno necessari ulteriori studi per confermare questi risultati e fornire raccomandazioni concrete agli allevatori.
Conclusioni
“L’alimentazione delle manze con diete anioniche in pre-parto fino a -150 mEq/kg – conclude Santos – non ha alcun effetto sulla produzione di latte. Inoltre, l’eccesso di anioni, che causa acidosi metabolica con un pH delle urine inferiore a 5,8, non dovrebbe essere utilizzato nelle manze in close-up, poiché compromette il metabolismo energetico”. Questo accade principalmente per la ridotta assunzione e per l’effetto negativo dell’acidosi metabolica non compensata sugli ormoni regolatori del metabolismo energetico. Pertanto, se pluripare e manze gravide condividono lo stesso box e la stessa dieta di close-up, è preferibile usare una dieta anionica parziale, con un DCAD tra -50 e -100 mEq/kg S.S.
Bibliografia: Zimpel et al., 2021. J. Dairy Sci. 104:11699-11714; Zimpel et al., 2021 J. Dairy Sci. 104:12580-12599
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