Occorre aggiungere calcio nelle razioni di close-up?

Occorre aggiungere calcio nelle razioni di close-up?

La ricerca ci dice che non sempre è necessario addizionarlo. Lo si evince da recenti studi scientifici e da un’imponente metanalisi a tema.

Provate a chiedere a diversi nutrizionisti quanto calcio somministrare alle vacche in close-up utilizzando una dieta a DCAD negativo: quasi sicuramente otterrete un’ampia gamma di risposte. Questo perché l’argomento è ancora molto dibattuto e le raccomandazioni vanno da una dieta con lo 0,5-0,6% sulla sostanza secca (quindi senza calcio alimentare aggiuntivo) fino al 2,4% della sostanza secca, il che richiede un’importante aggiunta di questo minerale nella razione.

Il docente dell’Università della Florida José Santos ha recentemente evidenziato come in realtà vi siano al momento pochissimi studi che hanno fornito risposte alla domanda di cui sopra. Alcune ricerche sono state condotte su un numero limitato di vacche e i risultati non sono quindi conclusivi per dimostrare che l’aggiunta di calcio in preparto sia realmente in grado di dare un beneficio. In effetti per identificare la quantità necessaria per una dieta DCAD negativa, sarebbe indispensabile mettere in atto studi basati su un elevato numero di vacche e con livelli titolati di calcio.

Sfortunatamente fino ad ora sono state poche le sperimentazioni di questo tipo, principalmente per due motivi: il primo di carattere finanziario, trattandosi di un tipo di prova molto costosa; il secondo motivo è invece di carattere operativo, perché è difficile nutrire individualmente 120-150 vacche.

La vacca in asciutta ha bisogno di soli 20-25 grammi di calcio assorbibile al giorno per soddisfare il proprio mantenimento e le esigenze del feto in crescita.

Ricerca chiave

Tuttavia ci sono alcuni esperimenti-chiave che danno un’idea della direzione da prendere. Goff e Horst (1997) hanno dimostrato chiaramente che modificare il livello di calcio alimentare prima del parto non influenza significativamente l’incidenza della sindrome della vacca a terra o il grado di ipocalcemia delle Jersey pluripare. Un altro studio di Gelfert e Staufenbiel (2008) ha concluso che quando vengono somministrati anioni non è necessario aumentare la concentrazione di calcio alimentare oltre i fabbisogni della vacca in preparto, ovvero dai 9 ai 12 gr/kg S.S. (circa 100-120 gr/giorno).

Un lavoro del 2020 di Glosson e collaboratori ha messo a confronto una dieta DCAD positiva (+60 mEq/kg S.S.) a basso contenuto di calcio (0,40% S.S.) con due diete DCAD negative (entrambe -240 mEq/kg S.S.) a bassa (0,4% S.S.) o ad alta (2,0% S.S.) inclusione di questo minerale. I risultati hanno mostrato che entrambe le diete acidogene, con o senza calcio alimentare aggiuntivo, migliorano lo status del calcio nel postparto. La produzione di latte e la qualità dello stesso non evidenziano differenze tra i trattamenti.

Metanalisi del 2019

La meta-analisi è un potente strumento che permette di analizzare i dati provenienti da più esperimenti e studi. Essa integra le informazioni ottenute da prove con numeri più limitati all’interno di un vasto pool di dati, in grado di dare risposte analitiche e statistiche più robuste e una migliore comprensione degli eventi.

Santos e collaboratori nel 2019 hanno esaminato la composizione minerale e il livello di DCAD delle diete preparto e hanno utilizzato metodi meta-analitici per fare chiarezza sugli effetti del DCAD ai fini delle prestazioni e della salute, ma anche in che modo il calcio alimentare influenza tali risposte. I ricercatori hanno osservato che per le vacche alimentate con diete anioniche, con l’aumento del livello di calcio alimentare, aumenta anche il rischio di vacca a terra. Nelle bovine alimentate con una dieta a -100 mEq/kg, l’incremento del calcio alimentare dallo 0,6% S.S. all’1,6% S.S. aumenta il rischio di vacca a terra dal 2,0 al 7,7% (nelle pluripare), quindi un aumento di 3,85 volte. È risultato inoltre evidente che il calcio influenza anche il pH delle urine: all’aumentare del livello somministrato, aumenta anche il pH.

Fino a qualche anno fa, il fabbisogno raccomandato per il calcio per le vacche in preparto, con una dieta a DCAD negativo, era dall’1,0 all’1,2% S.S., dunque circa 120-140 grammi di calcio. Tuttavia la vacca in asciutta ha bisogno di soli 20-25 grammi di calcio assorbibile al giorno per soddisfare il proprio mantenimento e le esigenze del feto in crescita. La biodisponibilità del calcio da diverse fonti alimentari varia tipicamente dal 30 all’80%, per cui utilizzando una biodisponibilità media del 50%, la bovina ha bisogno di consumare soltanto dai 40 ai 50 grammi di calcio alimentare al giorno per soddisfare tali esigenze (50 x 0,5 = 25 grammi/giorno). Una vacca con un’ingestione giornaliera dai 12 a 14 kg di S.S. di una dieta contenente dallo 0,6 allo 0,7% della S.S. di calcio, assume dai 72 agli 84 grammi al giorno.

Un recente lavoro del gruppo di Santos (Vieira-Neto et al., 2021) ha inoltre messo in luce come le vacche alimentate con diete a DCAD negativo e con lo 0,70% della S.S. di calcio trattengono dai 15 ai 20 grammi al giorno del macroelemento, una quantità che è 1,5-2 volte la quantità necessaria per la crescita fetale in una vacca Holstein che partorisce un vitello di circa 40 kg. Questo dato evidenzia che non è necessario portare la concentrazione di calcio alimentare al 2% della S.S. o più (oltre 200 gr/giorno).

Per il close-up è opportuno orientarsi su una dieta a DCAD negativo di -100 mEq/kg S.S. e su un livello di calcio alimentare compreso tra lo 0,6% e l’1% della S.S.

Carbonato di calcio

Il carbonato di calcio contiene il 38% di calcio. Per aumentare la quota alimentare dallo 0,7 al 2,4% della S.S., è necessario aggiungere alla dieta 1,7% S.S. di calcio. Ciò significa aggiungere circa 450 grammi di carbonato di calcio per ottenere 170 grammi di calcio.
Quando ogni boccone conta, perché sprecare spazio nella dieta?

Il carbonato di calcio ha anche un effetto alcalinizzante sulla vacca; Goff e Koszewski (2018) hanno scoperto che l’aumento del calcio alimentare dallo 0,46 allo 0,72% S.S. con diete uguali per DCAD porta il pH delle urine da 7,0 a 7,4. L’aggiunta di calcio mitiga dunque l’effetto acidificante dell’integrazione anionica. E una ricerca condotta dall’Università del Kansas ha rivelato un aumento lineare del pH delle urine all’aumentare dell’assunzione di carbonato di calcio. Pertanto, quando le diete sono più ricche in calcio, per raggiungere il pH delle urine desiderato è necessario aggiungere più anioni.

Più non significa meglio

Le vacche non sviluppano ipocalcemia a causa della mancanza di calcio nella dieta perché questa dismetabolia è in realtà dovuta all’incapacità delle bovine di ottimizzare l’assorbimento gastrointestinale del calcio o il rapido recupero del calcio osseo una volta iniziata la produzione di colostro. La somministrazione di una dieta a DCAD negativo crea una lieve acidosi metabolica, e questa fa in modo che i fisiologici meccanismi di regolazione delle vacche funzionino già al momento del parto, migliorando il metabolismo del calcio.

La ricerca ha dimostrato che cosa è sicuro e fornisce risultati favorevoli per le vacche: un DCAD negativo di -100 mEq/kg S.S. e un livello di calcio alimentare compreso tra lo 0,6% e l’1% della S.S. soddisfano entrambi i criteri.

Per cui quando si formula una razione preparto, si sceglie il livello di DCAD e le quantità degli altri nutrienti secondo quanto prevedono i fabbisogni. Se i foraggi e gli alimenti inclusi nella razione apportano già uno 0,8% sulla S.S. di calcio, non è necessario aggiungere altro calcio perché il fabbisogno della vacca è già stato soddisfatto.

Contatti Tecnozoo

Per ulteriori informazioni chiama il 049 9350 700 o scrivici a tecnozoo@tecnozoo.it.

Per rimanere aggiornati su tutte le nostre novità seguici su Instagram o su Facebook.

This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.